Un Tour de France storico
Il 111esimo Tour de France è in pieno svolgimento e promette uno straordinario mese di ciclismo con un mix di primati storici e salite classiche. La gara di quest'anno prevede salite iconiche come il Col du Galibier, il Col du Tourmalet, il Plateau de Beille e il Col de la Bonette, la strada più alta mai utilizzata in un grande giro.
Con una svolta storica, Le Grand Boucle inizierà proprio in Italia per la prima volta nei suoi 121 anni di storia e finirà fuori Parigi, un cambiamento senza precedenti a causa delle imminenti Olimpiadi di Parigi. La corsa attraverserà per ben due volte le Alpi, e a porre le basi per una gara emozionante c'è Tadej Pogačar che punta a diventare il primo ciclista, dopo Marco Pantani nel 1998, a realizzare la doppietta Giro-Tour.
Un altro elemento straordinario del Tour di quest'anno è la presenza dei "Big Six" - Mathieu van der Poel, Wout van Aert, Jonas Vingegaard, Tadej Pogacar, Remco Evenepoel e Primoz Roglic - che gareggeranno tutti insieme per la prima volta. La probabilità di assistere alla competizione tra questi campioni è stata messa a dura prova dalla serie di terrificanti cadute avvenute al Giro dei Paesi Baschi e al Dwars door Vlaanderen, che hanno visto diversi feriti tra i migliori corridori. Ma nonostante ciò, tutti hanno recuperato le loro forze, ponendo le basi per uno scontro epico.
Inoltre, in aggiunta alla lista dei già tanti primati storici, Mark Cavendish ha rinviato il suo ritiro, cercando una 35esima vittoria di tappa per superare il famoso record di Eddy Merckx. Il Tour di quest’anno presenta quindi tutti i presupposti per essere uno dei più importanti e affascinanti della storia, un’affermazione da mettere alla prova fino a quando la gara non si concluderà il 21 luglio a Nizza, sulla Costa Azzurra.
Con una svolta storica, Le Grand Boucle inizierà proprio in Italia per la prima volta nei suoi 121 anni di storia e finirà fuori Parigi, un cambiamento senza precedenti a causa delle imminenti Olimpiadi di Parigi. La corsa attraverserà per ben due volte le Alpi, e a porre le basi per una gara emozionante c'è Tadej Pogačar che punta a diventare il primo ciclista, dopo Marco Pantani nel 1998, a realizzare la doppietta Giro-Tour.
Un altro elemento straordinario del Tour di quest'anno è la presenza dei "Big Six" - Mathieu van der Poel, Wout van Aert, Jonas Vingegaard, Tadej Pogacar, Remco Evenepoel e Primoz Roglic - che gareggeranno tutti insieme per la prima volta. La probabilità di assistere alla competizione tra questi campioni è stata messa a dura prova dalla serie di terrificanti cadute avvenute al Giro dei Paesi Baschi e al Dwars door Vlaanderen, che hanno visto diversi feriti tra i migliori corridori. Ma nonostante ciò, tutti hanno recuperato le loro forze, ponendo le basi per uno scontro epico.
Inoltre, in aggiunta alla lista dei già tanti primati storici, Mark Cavendish ha rinviato il suo ritiro, cercando una 35esima vittoria di tappa per superare il famoso record di Eddy Merckx. Il Tour di quest’anno presenta quindi tutti i presupposti per essere uno dei più importanti e affascinanti della storia, un’affermazione da mettere alla prova fino a quando la gara non si concluderà il 21 luglio a Nizza, sulla Costa Azzurra.
Celebrando l'eredità di Le Grand Boucle
Il Tour de France fu ideato nel 1902 dal quotidiano sportivo francese L'Auto per contenere le sue vendite in calo. La gara inaugurale dell'anno successivo, organizzata dal direttore Henri Desgrange e dal suo assistente Géo Lefèvre, fu un successo immediato, attirando decine di migliaia di spettatori a Parigi per la tappa finale.
A quei tempi, le gare di sei giorni nei velodromi erano molto popolari mentre le corse su strada erano incredibilmente lunghe. Il primo Tour de France infatti prevedeva sei tappe estenuanti da effettuare in 15 giorni, con la tappa più lunga che si estendeva per ben 471 km da Nantes a Parigi. Maurice Garin, il favorito della gara, vinse il titolo generale, terminando in 94 ore, 33 minuti e 14 secondi, con un margine di vittoria record di quasi tre ore. Oggi, il margine dei vincitori quando si arriva sugli Champs'Elysee è probabilmente di una manciata di minuti al massimo.
Ma molte altre cose sono cambiate radicalmente da quel primo Tour del 1903. La gara partiva e finiva a Parigi e il premio in denaro per il vincitore era di 3.000 franchi. Oggi, il leader della classifica generale riceve 500.000 euro, che di solito vengono condivisi con gli altri corridori della squadra vincitrice.
Le sei mostruose tappe del Tour de France del 1903 coprivano 2.428 chilometri, il che significa che alcune gare si svolgevano di notte su strade bianche e dissestate. Il Tour del 2024 invece coprirà 3.492 chilometri in 21 tappe, partendo per la prima volta in Italia e arrivando per la prima volta fuori dalla capitale francese a causa delle Olimpiadi di Parigi.
Nel 1903, i corridori gareggiavano individualmente, senza il supporto della squadra e qualsiasi supporto tra loro era severamente vietato. Oggi, 22 squadre, ciascuna con otto corridori, partiranno sabato da Firenze.
Inizialmente, alla fine degli anni '20, i migliori corridori venivano sponsorizzati dai produttori di biciclette, fino a quando furono introdotte le squadre nazionali e regionali. Dopo la seconda guerra mondiale, gli sponsor commerciali tornarono in auge e, all'inizio degli anni '60, il mondo del ciclismo passò definitivamente al formato di squadra sponsorizzata che conosciamo noi oggi.
Il denaro iniziò ad affluire nello sport dai vari sponsor oltre che dai produttori di biciclette, e i migliori ciclisti si ritrovarono a gareggiare per squadre sostenute da aziende che producevano macchine per il caffè, automobili, olio per capelli, bevande alcoliche, crema per le mani, aziende assicurative, banche e molto altro. I grandi sponsor commerciali con questo formato fornivano finanziamenti, ma anche una forte identità alle squadre.
A quei tempi, le gare di sei giorni nei velodromi erano molto popolari mentre le corse su strada erano incredibilmente lunghe. Il primo Tour de France infatti prevedeva sei tappe estenuanti da effettuare in 15 giorni, con la tappa più lunga che si estendeva per ben 471 km da Nantes a Parigi. Maurice Garin, il favorito della gara, vinse il titolo generale, terminando in 94 ore, 33 minuti e 14 secondi, con un margine di vittoria record di quasi tre ore. Oggi, il margine dei vincitori quando si arriva sugli Champs'Elysee è probabilmente di una manciata di minuti al massimo.
Ma molte altre cose sono cambiate radicalmente da quel primo Tour del 1903. La gara partiva e finiva a Parigi e il premio in denaro per il vincitore era di 3.000 franchi. Oggi, il leader della classifica generale riceve 500.000 euro, che di solito vengono condivisi con gli altri corridori della squadra vincitrice.
Le sei mostruose tappe del Tour de France del 1903 coprivano 2.428 chilometri, il che significa che alcune gare si svolgevano di notte su strade bianche e dissestate. Il Tour del 2024 invece coprirà 3.492 chilometri in 21 tappe, partendo per la prima volta in Italia e arrivando per la prima volta fuori dalla capitale francese a causa delle Olimpiadi di Parigi.
Nel 1903, i corridori gareggiavano individualmente, senza il supporto della squadra e qualsiasi supporto tra loro era severamente vietato. Oggi, 22 squadre, ciascuna con otto corridori, partiranno sabato da Firenze.
Inizialmente, alla fine degli anni '20, i migliori corridori venivano sponsorizzati dai produttori di biciclette, fino a quando furono introdotte le squadre nazionali e regionali. Dopo la seconda guerra mondiale, gli sponsor commerciali tornarono in auge e, all'inizio degli anni '60, il mondo del ciclismo passò definitivamente al formato di squadra sponsorizzata che conosciamo noi oggi.
Il denaro iniziò ad affluire nello sport dai vari sponsor oltre che dai produttori di biciclette, e i migliori ciclisti si ritrovarono a gareggiare per squadre sostenute da aziende che producevano macchine per il caffè, automobili, olio per capelli, bevande alcoliche, crema per le mani, aziende assicurative, banche e molto altro. I grandi sponsor commerciali con questo formato fornivano finanziamenti, ma anche una forte identità alle squadre.
Le maglie iconiche dei leader
La lotta per la maglia gialla
La maglia gialla, o "Maillot Jaune", è il premio più ambito e il simbolo più iconico del Tour de France, assegnato al ciclista con il minor tempo cumulativo conseguito in tutte le tappe durante le tre settimane di gara.
Il ciclista francese Eugène Christophe fu il primo ciclista ad indossare la maglia gialla nel 1919, sostituendo la fascia verde usata in precedenza per indicare il leader. Il concetto alla base, attribuito al direttore della squadra Alfred Baugé, fu ispirato dal desiderio di rendere il ciclista in testa il più visibile del gruppo e per pura coincidenza, L'Auto (ora L'Equipe), il giornale sponsor della gara, fu stampato su carta gialla consolidando ulteriormente tale scelta del colore.
Nel 1931, il Giro d'Italia seguì questa tendenza, introducendo una maglia rosa, che rispecchiava invece le pagine della Gazzetta dello Sport, proprietaria della gara.
Sin dalla sua introduzione nel 1919, la maglia gialla simboleggia quindi il leader della classifica generale, il quale ha l'obiettivo di mantenerla fino alla tappa finale.
Inoltre, vengono spesso assegnati piccoli bonus di tempo a metà gara in salita o negli sprint intermedi, il che può far sì che la maglia cambi spesso proprietario durante le 21 tappe, o non venga mai indossata.
In particolare, nel 1961, il cinque volte campione del Tour de France Jacques Anquetil vinse la maglia gialla nella tappa di apertura e la tenne fino alla conclusione a Parigi. Eddy Merckx, un altro che fu cinque volte campione della corsa, detiene tutt'oggi il record per il maggior numero di maglie gialle indossate, con un totale di 96.
Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Miguel Indurain hanno vinto il Tour cinque volte ciascuno mentre Lance Armstrong, che inizialmente ottenne un record di sette vittorie consecutive dal 1999, è stato privato dei suoi titoli nel 2012 a causa di reati di doping.
Il ciclista francese Eugène Christophe fu il primo ciclista ad indossare la maglia gialla nel 1919, sostituendo la fascia verde usata in precedenza per indicare il leader. Il concetto alla base, attribuito al direttore della squadra Alfred Baugé, fu ispirato dal desiderio di rendere il ciclista in testa il più visibile del gruppo e per pura coincidenza, L'Auto (ora L'Equipe), il giornale sponsor della gara, fu stampato su carta gialla consolidando ulteriormente tale scelta del colore.
Nel 1931, il Giro d'Italia seguì questa tendenza, introducendo una maglia rosa, che rispecchiava invece le pagine della Gazzetta dello Sport, proprietaria della gara.
Sin dalla sua introduzione nel 1919, la maglia gialla simboleggia quindi il leader della classifica generale, il quale ha l'obiettivo di mantenerla fino alla tappa finale.
Inoltre, vengono spesso assegnati piccoli bonus di tempo a metà gara in salita o negli sprint intermedi, il che può far sì che la maglia cambi spesso proprietario durante le 21 tappe, o non venga mai indossata.
In particolare, nel 1961, il cinque volte campione del Tour de France Jacques Anquetil vinse la maglia gialla nella tappa di apertura e la tenne fino alla conclusione a Parigi. Eddy Merckx, un altro che fu cinque volte campione della corsa, detiene tutt'oggi il record per il maggior numero di maglie gialle indossate, con un totale di 96.
Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Miguel Indurain hanno vinto il Tour cinque volte ciascuno mentre Lance Armstrong, che inizialmente ottenne un record di sette vittorie consecutive dal 1999, è stato privato dei suoi titoli nel 2012 a causa di reati di doping.
La maglia a pois
La maglia a pois bianchi e rossi viene assegnata al "Re delle Montagne", il leader della Classifica delle Montagne. I punti vengono assegnati ai primi ciclisti che raggiungono le vette delle GPM, con salite classificate da 1 (le più impegnative) a 4 (le meno impegnative). Introdotta nei primi anni '30, la maglia a pois ha debuttato nel 1975, sponsorizzata da Poulain, un marchio di cioccolata, per richiamare la confezione di una delle loro barrette di cioccolato. Joop Zoetemelk fu il primo a guadagnarsi questa maglia, Lucien Van Impe la vinse sei volte e Richard Virenque ne detiene il record con sette vittorie.
La maglia verde
La maglia verde, nota come "maglia degli sprinter", viene assegnata al ciclista con il maggior numero di punti assegnatagli in base al piazzamento negli sprint intermedi lungo il percorso e al piazzamento dei primi 15 ciclisti che completano ogni tappa. Il numero di punti varia a seconda del terreno. Introdotta per la prima volta nel 1953 per celebrare il 50° anniversario della gara, il vincitore inaugurale fu il ciclista svizzero Fritz Schär. Lo slovacco Peter Sagan invece ne detiene il record con sette maglie conquistate.
La maglia bianca
Introdotta nel 1975, la maglia bianca celebra la giovinezza e il futuro del Tour de France, onorando il miglior ciclista più giovane sotto i 26 anni. Con la tendenza dei ciclisti più giovani a vincere il Tour, le maglie gialla e bianca possono spesso essere indossate dallo stesso ciclista.
Altre maglie
Ci sono state altre maglie negli anni passati, come la maglia di classifica combinata, che ora non c'è più, assegnata al ciclista più costante e completo. Questa maglia, un patchwork dei colori delle altre maglie, è stata introdotta nel 1968 e interrotta dopo la gara del 1989.
GLI SPETTATORI
Il Tour de France è un grande evento culturale, con milioni di spettatori lungo il percorso, soprattutto nelle tappe di montagna dove l'atmosfera diviene elettrizzante. È una celebrazione dei paesaggi e del patrimonio culturale francese, che cattura gli spettatori di tutto il mondo con splendide riprese dall'elicottero e viste panoramiche.
Che lo si guardi a bordo strada o in TV, il Tour offre un mix unico di intensa competizione e bellezza pittoresca, rendendolo uno spettacolo amato da tutti. Mentre la gara di quest'anno si svolge, i fan di tutto il mondo sono ansiosi di vedere chi indosserà la maglia gialla a Nizza e come verrà ricordato lo storico 111° Tour de France.
Che lo si guardi a bordo strada o in TV, il Tour offre un mix unico di intensa competizione e bellezza pittoresca, rendendolo uno spettacolo amato da tutti. Mentre la gara di quest'anno si svolge, i fan di tutto il mondo sono ansiosi di vedere chi indosserà la maglia gialla a Nizza e come verrà ricordato lo storico 111° Tour de France.